La notte dei musei di Patrizio Colucci - Alla scoperta di Civitella Roveto

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La notte dei musei di Patrizio Colucci

“LA NOTTE DEI MUSEI“   A CIVITELLA ROVETO
19 MAGGIO 2012 ORARIO 21:00-24:00
VISITA
Museo Etnografico de’ Colucci
Museo Parrocchiale di Arte Sacra

La nascita, la storia e la realizzazione del Museo Etnografico de’ Colucci di Civitella Roveto festeggia quest’anno con la completa collocazione degli oggetti in tre spazi diversi nel centro storico del paese i suoi 30 anni. Nell’occasione ha aderito alla “NOTTE DEI MUSEI“ manifestazione Europea con l’apertura notturna degli spazi per il giorno 19 maggio con orario dalle 21 alle 01.
Il Museo Etnografico è stato concepito come centro di ricerche e studi scientifici e non come semplice luogo di conservazione o di esposizione. La raccolta degli oggetti, attrezzi da lavoro e macchine prevedono principalmente il loro studio al fine di scoprirne le origini, gli usi e la utilità.
Tornando al Museo non è stato facile selezionare i pezzi della raccolta, si è deciso di esporre per ora solo  ciò che serviva, per l’aratura, erpicatura, fienagione, semina, vagliatura, mortai e macine, farine, pesi e misure. I reperti esposti sono oramai quasi 400, tra enormi, grandi e piccoli, e si è dovuto quindi tener conto delle esigenze dell’allestimento e dei problemi posti dallo spazio museale per ora angusto; cosicché la maggior parte di queste preziose collezioni è dovuta rimanere nelle cantine e nelle soffitte: dalla mobilia agli  arredi ed accessori della camera da letto e della cucina, le stoviglie di terracotta e rame, ma anche tutto ciò che occorreva alla donna per altre lavorazioni artigianali, filarini, tomboli ecc. . Insomma un tesoro senza eguali che illustri demologi, antropologi ed illustri abruzzesi di cultura, dei Finamore, dei Pansa, dei De Nino, senza escludere le narrazioni magniloquenti e pure notevoli dei Michetti, dei d’Annunzio, dei Basilio Cascella, non sono rimaste che sparse membra. Questi, già invitavano alla salvaguardia di tutte le testimonianze agricole e pastorali nei decenni passati largamente disperse o compromesse.
La famiglia dei Colucci di Civitella Roveto come in un piccolo mondo agricolo familiare è riuscito a salvare dalla dispersione e dai sempre più esiziali saccheggi questo patrimonio cosiddetto minore che costituiva invece originale ed eloquente testimonianza della vita vera degli abruzzesi, della loro fatica e dei lavori quotidiani.
Il Museo raccoglie attrezzi e oggetti umili ma prodigiosi è un luogo struggente, è il sarcofago di una esistenza cruda fatta di fatica e di sudore.
Questo complesso espositivo,  diffuso in vari spazi del paese, deve essere diverso dagli altri musei sulla civiltà contadina esistenti in Italia. Con esso si vuole focalizzare il problema dell’uomo contadino, il suo pensiero, le sue condizioni di vita, il suo vivere quotidiano, la sua famiglia, la sua casa, quindi non si devono privilegiare solo gli aspetti legati alla concretezza materiale, alla forma, all’aspetto tecnologico di realizzazione o d’uso dell’oggetto esposto, ma anche tutto quello che ci fa comprendere, gli atteggiamenti, le idee, la saggezza, le lotte sociali, di quell’uomo preindustriale. Ci si trova così a riflettere sui rapporti che il contadino aveva con la terra, con gli animali, con il lavoro, basati nel mondo agricolo esclusivamente sullo sforzo fisico di uomini e donne, vere e proprie bestie da fatica, che nei campi si sfiancavano insieme ai buoi, ai muli, agli asini e, quando non li possedevano, talvolta li sostituivano.
Altra finalità del Museo è quella di poter offrire un adeguato “strumento didattico“ agli studenti di ogni ordine e grado (già si è registrata la presenza studentesca di alcune scuole superiori di Avezzano) che visiteranno annualmente lo spazio espositivo, traendo spesso motivi per tracciare ricerche, studi e tesi sulla cosiddetta cultura materiale abruzzese.
Il nuovo spazio espositivo della Rua Ritta
(ora via Regina Margherita) al civico 13/a,  raccoglie le arti ed i mestieri più comuni in paese, il falegname (con i suoi infiniti lavori nella costruzione di tavoli, sedie, armadi ecc.); Il fabbro (capace di forgiare il ferro ma anche trasformarsi in maniscalco per rimettere a nuovo i ferri agli asini, cavalli e buoi); l’arrotino (che sapeva anche tornire il legno) o il segantino. Un’antica centrale idroelettrica per abitazione degli anni ’20, una ventilatrice per legumi.  Poi c’è l’angolo del pastore (“la mandra” così chiamata in paese) con la sua fase di lavorazione per produrre il formaggio, l’angolo del vinaio con tutta la sua oggettistica per le fasi di lavorazione; l’apicoltore “ il mielaio “ con il ciclo produttivo, riflesso e testimonianza di una vitalità della tradizione apicola radicata nel territorio. Non mancano alcune rare macchine dalla trinciaforaggio alla “traglia” (macchina da trasporto senza ruote a trascinamento), il vinaiolo con il ciclo produttivo e raccolta dell’uva fino alla spremitura e l’imbottigliamento, vari distillatori per rosoli, elisir ed alcool; il basto per l’asino con i suoi contenitori da trasporto (jù biunzo e jù cistrono). Un vero e proprio laboratorio didattico ove annualmente verranno riproposte le fasi lavorative, della vite, del miele e del latte.
Sul piano metodologico, si è inteso “ricostruire“ una sorta di visita guidata, creando un vero e proprio itinerario museale attraverso il quale si ripercorrono le singole sezioni espositive, rivolgendo l’attenzione ai reperti più significativi mediante l’esame di schede-campione esplicative e fotografiche.
Per concludere, non mi resta altro che augurare al paese di Civitella Roveto che questa iniziativa, venuta fuori così spontaneamente e realizzata solo con la comprensione e la generosità di poche persone, del Parroco del paese Don Franco Geremia che ha messo a disposizione più di un locale, della famiglia de’ Colucci che ha saputo conservare attraverso gli anni quei strumenti ed oggetti tali da poter rivisitare quei valori storici-culturali, gli usi e le consuetudini, la campagna, la fatica dell’uomo. Che il ricordo possa crescere e fruttificare fino a raggiungere quella completa maturazione culturale - museale –  e delle tradizioni più genuine; In breve di quelle radici che sono state e rimangono la memoria storica di una famiglia e di una comunità.
E’ dunque un museo dell’abruzzesità, dell’identità culturale, nel tempo in cui televisione, globalizzazione e cultura di massa indifferenziata vanno cancellando rapidamente queste meravigliose differenziazioni, frutto di millenni di adattamento ai particolari ambienti naturali dove hanno vissuto e sviluppato le loro diverse economie.
Mentre lo spazio del Museo Parrocchiale di Arte Sacra propone la visibilità di rari e pregiati paramenti sacri, calici, croci e tutto ciò che occorreva per le funzioni religiose collegate. Oggetti decorosamente esposti in teche di vetro e retroilluminate.
La visita e gratuita.


 
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